IN MOSTRA
SETTE ARTISTE PER LE SETTE OPERE DI MISERICORDIA
L’Arte Contemporanea al femminile nel cuore di una storica Basilica romana
di Giuseppina Laura Tarantola
In occasione della chiusura dell’ANNO GIUBILARE 2016, istituito da Papa Francesco, opere di Arte Contemporanea sono state ospitate nei grandiosi spazi della BASILICA di SANTA MARIA DEGLI ANGELI E DEI MARTIRI .
Sotto le imponenti arcate della zona del Transetto, 14 lavori di Grafica e Pittura hanno trovato splendida collocazione su Quinte color amaranto disposte tra la straordinaria Meridiana, risalente al Giubileo del 1700, e la Cappella del Beato Niccolò Albergati. Sette Artiste per le Sette Opere di Misericordia Spirituali e Corporali.
Come mi ricordava l’amica e collega Silvana, il concetto di Misericordia, ravvicinabile alla figura della “Donna”, è stato ribadito dallo stesso Pontefice. Il tema della Misericordia, è stato sviluppato, nel rispetto della personale libertà stilistica e coerenza interpretativa di ognuna delle componenti del gruppo. L’impegno, la professionalità , insieme allo spirito collaborativo, hanno dato vita ad una sorta di racconto il cui filo conduttore ha toccato contenuti non solo teologici ma anche di chiaro sapore sociale, morale, psicologico, al di là di una impostazione di tipo meramente illustrativo. L’attenzione dei numerosi visitatori e dei fedeli, attratti proprio dalla presenza delle immagini di Arte Contemporanea in un contesto storico, è documentata dalle frasi, oltre che di apprezzamento, di profonda Fede: vere e proprie preghiere “vergate” sull’album delle firme.
L’iniziativa è stata caldeggiata dalla scultrice: Prof. Silvana Recchioni Pierangelini dal corposo curriculum di Docente e di Artista. Allieva di Montanarini, diplomata presso l’Accademia di Belle Arti di Roma, annovera, con il suo stile inconfondibile, opere pubbliche di forte impatto plastico. Due delle sue sculture sono collocate nell’Auditorium della stessa Basilica. Sua allieva è stata la giovane Ornella Sforza, diplomata presso l’Accademia di Belle Arti nel Corso di Scenografia, la quale -con il suo segno grafico, puntuale ed espressivo- rivela uno spiccato spirito narrativo. Altra componente del gruppo è Eva Varsanyi, ungherese, esperta guida turistica. La sua cultura classica affiora nell’intensità delle scene sacre dal caldo impasto cromatico. Tina Saletnich, diplomata presso l’Istituto di Arte e Restauro di Firenze, ha frequentato il Corso di Iconografia del Centro Russia Ecumenica. Scomponendo le forme compiute in zone tonali di luce riflette una ricerca di musicalità di tipo fiabesco. Mirella Rossomando: proviene dalla Scuola d’Arte di Parma diplomandosi nel Corso di Scenografia; ha studiato presso l’Accademia di Brera e ha completato gli studi a Roma. Surrealismo e metafisica nella singolare e raffinata interpretazione grafico-pittorica dei contenuti. Maria Barbi, architetto, esprime la sua concezione spaziale in una prospettiva pittorica che tende a superare i confini della materialità. Infine del gruppo faccio parte anche io: Giuseppina Laura Tarantola, Docente negli Istituti Superiori, Diplomata in Scenografia, ho realizzato dipinti in edifici sacri e pubblici, sviluppando un figurativo ispirato a principi rinascimentali.
Determinante è stata la presenza del Parroco Mons. Franco Cutrone, il quale, durante il discorso di apertura, ha ricordato che, già dal 1850, agli artisti del tempo era possibile esporre le proprie opere negli Edifici Sacri e come tale iniziativa sia stata fondamentale nel dare nuovo impulso all’Arte Sacra. A tal proposito voglio ricordare anche l’antica tradizione riferibile alla storica e prestigiosa “Pontificia Insigne Accademia Delle Belle Arti e Letteratura Dei Virtuosi al Pantheon”, istituita nella prima metà del XVI secolo. Fu Papa Paolo III nel 1542 a riconoscere la Congregazione e ad onorarla furono artisti come Taddeo Zuccari, il Vignola, Antonio da Sangallo il Giovane, il Beccafumi, il Sermoneta.
I loro dipinti, con grande risonanza, venivano periodicamente esposti nel Pronao del Tempio. Usanza non più rinnovata al giorno d’oggi anche se la Congregazione è in piena attività in diverse discipline.
Significativa la presenza permanente di opere di artisti contemporanei che arricchiscono il patrimonio artistico della complessa struttura della Basilica, anche se alla sensazione di grande armonia si contrappone talvolta una percezione di contrasto, direi di contrappunto tra antico e moderno.
Considerando che di forte impatto è il percorso che, dalla concezione centrica di Piazza della Repubblica, nobilitata dalle ricorrenti arcate dei due palazzi in stile umbertino (Koch) e dalla puntualizzazione dello spazio circolare in cui si inserisce la fontana con le sue sensuali Naiadi, conduce lo sguardo sulla ruvida e calda superficie in opus latericium della curvilinea parete del Calidarium delle Terme di Diocleziano.
Il diaframma tra due universi (interno -esterno), in cui la Storia, nella concezione temporale della memoria, si dilata e si contrae a dismisura, laddove colui che sta per entrare nell’ambiente sacro perde la cognizione del sé, è costituto dal doppio ingresso delle due porte ad arco. Un artista come lo scultore Jgor Mitoraj, qui quanto mai smaterializzato, nella porta di sinistra impone quel Corpo implacabilmente attraversato da una profonda Croce in una tragica Resurrezione. Nell’altra pone nell’Annunciazione le misteriose fattezze dell’Angelo, che di greco possiede l’astrazione, mentre la dolente figura della Madre è avvolta da un panneggio del tipo “bagnato”. Nell’interno, ad esempio la scarnificata scultura in bronzo di Ernesto Lamagna intitolata: “L’Angelo della Luce”, si distacca totalmente, in tutta la ruvidezza della materia usata, dall’imponenza delle rappresentazioni scultore già esistenti. Le evanescenti monocromie delle pitture di Annamaria Trevisan sui Misteri della Luce, suggeriscono un messaggio evangelico sussurrato. Ciò in uno scenario a forti tinte, drammatico, reso intenso dalla pienezza delle anatomie dei personaggi, protagonisti delle composizioni sacre; anatomie avvolte da movimentati panneggi che ne espandono gestualità nello spazio, come nelle grandi Tele provenienti dalla Basilica di San Pietro.
n una certa ora del giorno, mentre l’attività caotica della Capitale in fermento risveglia bruscamente la consapevolezza di una realtà in continuo movimento ed evoluzione, entrando nel Tempio, si viene avvolti dalla suggestione delle note di un organo. Il musicista, attraverso il gioco delle dissonanze ispirate alla musica jazz e dosate ad arte, sembra voler proporre, con l’ armonia e la tradizione della musica gregoriana, un linguaggio più “moderno”.
In questa surreale atmosfera, in cui la Sacralità è la voce dominante, avvertiamo l’irraggiungibilità del Divino ma anche la grandezza dell’Arte. Sia quando questa sia ispirata a contenuti di Trascendenza, sia quando sia ispirata da autentica passione e dedizione. In ogni suo aspetto l’Arte costituisce un potente mezzo di comunicazione, come nel caso specifico dell’Esposizione delle Tele riguardanti Le Sette Opere di Misericordia in cui le Sette Artiste hanno dimostrato personale profonda partecipazione.